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ma ciò che rappresentiamo per gli altri."

Le storie

Giuseppe

Giuseppe ha 57 anni e sua moglie 52. Vivono in un quartiere nella periferia sud di Milano ed hanno un figlio di 17 anni.

La moglie di Giuseppe soffre da molti anni di una malattia degenerativa che l’ha resa invalida e non in condizioni di lavorare.

Per molti anni Giuseppe ha lavorato come elettricista in una società che si occupava di ristrutturazioni edili. La società e poi fallita e lui si è dovuto reinventare un mestiere a 45 anni.

Ha comprato un furgone a rate ed è diventato un padroncino lavorando in subappalto per una ditta di autotrasporto. Il lavoro è andato bene per una decina di anni ma nel 2009 la crisi e la mancanza di lavoro che ne è derivata lo ha costretto a cessare l’attività ed a vendere il furgone perché i costi di gestione del mezzo erano ormai superiori ai ricavi.

Giuseppe ha quindi cercato di sbarcare il lunario facendo dei lavori precari che ha trovato di volta in volta ma non è mai riuscito a ricavarne un reddito superiore ai 4/500 euro al mese, mentre l’indennità di invalidità di sua moglie di 250 euro al mese è sempre servita per pagare l’affitto della loro casa. La famiglia di Giuseppe in questi ultimi 3 anni è vissuta con un reddito netto non superiore ai 500 euro per 3 persone.

Non sono quindi stati più in grado di pagare l’affitto della propria casa, accumulando mesi di canoni arretrati e rischiando lo sfratto.

 Nel frattempo, la situazione clinica di sua moglie è peggiorata, richiedendo frequenti ricoveri e la condizione di degrado della famiglia ha spinto anche il figlio a lasciare la scuola.

Nonostante questa situazione, Giuseppe e sua moglie non hanno mai cercato l’aiuto delle istituzioni perché in qualche modo si vergognavano della propria condizione.

E’ stata una loro vicina che, conoscendo la situazione di grave disagio della famiglia, ha scritto al Corriere per chiedere un intervento.

Oggi la situazione economica della famiglia di Giuseppe è molto più tranquilla : hanno saldato l’affitto arretrato e dispongono di un sostegno al reddito che dà loro la tranquillità necessaria per provare a ripartire. Prossimamente, proveremo a convincere il figlio a completare il proprio ciclo di istruzione e formazione professionale perché questo sarà l’unico modo per fare evolvere in modo definitivo la situazione economica, e non solo, della famiglia.