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Le storie

Mohamed

Mohamed è nato nel 2004 a Sfax in Tunisia.

Quando ha compiuto 3 anni i suoi genitori si sono accorti che Mohamed aveva la stessa malattia di suo fratello morto qualche anno prima. La malattia di Mohamed si chiama “trombocitopenia congenita” ed è una patologia del midollo osseo che impedisce la produzione di qualsiasi cellula del sangue. In pratica, la malattia ha sempre costretto Mohamed a vivere in totale isolamento perché anche una banale influenza avrebbe potuto essere letale per lui.

Quando i suoi genitori hanno capito che anche Mohamed era malato hanno contattato diversi ospedali in Europa ricevendo solo risposte negative. L’unico ospedale che, alla fine di una lunga ricerca, ha accettato di prendere in carico Mohamed è stato il San Matteo di Pavia che dispone di un reparto di onco-ematologia all’avanguardia.

Sami, il padre di Mohamed, ha lasciato il suo impiego di dipendente del Ministero delle Finanze e di docente universitario in Tunisia per trasferirsi con la famiglia a Pavia nel 2006. Da allora e per quasi quattro anni, il San Matteo ha tenuto in vita Mohamed in attesa di un trapianto di midollo, l’unica possibile soluzione che avrebbe garantito la sopravvivenza del bambino.

Nel frattempo, Sami, per mantenere la sua famiglia, ha accettato di lavorare  part time come operatore ecologico per la cooperativa che si occupa delle pulizie dell’ospedale per uno stipendio di poco superiore ai 600 euro al mese, unico reddito per una famiglia di quattro persone.

Nei 4 anni dal 2006 al 2010 non si è mai trovato un donatore di midollo compatibile per cui Sami e sua moglie hanno deciso di tentare l’unica strada possibile : concepire un altro figlio sperando che il suo midollo sarebbe stato compatibile con quello di Mohamed. Statisticamente le possibilità erano solo una su quattro ma quando è nato Adam i medici hanno confermato che il suo midollo era compatibile al 100% con quello del fratello ed il trapianto è stato quindi eseguito con successo.

Nel frattempo però, le condizioni economiche della famiglia di Sami erano peggiorate anche perché l’associazione che aveva messo a disposizione un alloggio in questi anni ha chiesto a Sami di liberarlo, dovendolo utilizzare per altre famiglie di piccoli pazienti dell’ospedale.

La situazione economica della famiglia diventata insostenibile, ha spinto l’Ufficio Stampa del San Matteo a fare diversi appelli in televisione e sui giornali per avere sostegno economico per la famiglia.

Siamo quindi venuti a conoscenza della situazione dopo che il Corriere aveva pubblicato un articolo su Mohamed e con la collaborazione dell’Ufficio Stampa del San Matteo abbiamo messo a disposizione di Sami e della sua famiglia  una nuova casa ed un sostegno al reddito.

All’inizio di quest’anno Mohamed ha potuto iniziare il suo percorso di reinserimento sociale non avendo mai avuto la possibilità di stare con altri bambini ed abbiamo organizzato per lui le prime vacanze della sua vita : una a Gardaland ed una al mare, con tutta la sua famiglia.

Mohamed oggi è completamente guarito e tra qualche mese potrà fare ritorno a casa sua in Tunisia.